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Chi è
Padre Guglielmo Gattiani

Padre GUGLIELMO GATTIANI (all’anagrafe Oscar) nacque a Badi di Castel di Casio, nella collina bolognese, l’11 novembre 1914. All’età di dieci anni entrò nel seminario dei cappuccini di Faenza. Vestì il saio francescano-cappuccino nel 1929, all’inizio dell’anno di noviziato a Cesena, e il 17 novembre 1930 emise la professione temporanea. Nel 1935, con la professione perpetua, promise di vivere per tutta la vita secondo la regola francescana. Fu ordinato sacerdote a Bologna il 22 maggio 1938.
Il venerdì santo del 1936 scrisse su un piccolo pezzetto di carta: «Voglio farmi santo per portare a Gesù tutto il mondo, a Lui che è morto per tutti. No, non voglio che il suo sangue l’abbia sparso invano». P. Guglielmo visse con fedeltà esemplare questo proposito in tutte le situazioni e le attività assegnategli dai superiori, impegnandosi con radicalità evangelica.
Per diciotto anni, dal 1946 al 1964, fu maestro dei novizi a Cesena, trasmettendo ai giovani frati l’amore per la povertà e l’essenzialità, affinché potessero essere seguaci efficaci e coerenti di Francesco d’Assisi nel mondo moderno. Austerissimo e rigido con sé stesso, era comprensivo e umano con gli altri, che per lui erano tutti “angioletti”.
Spinto dall’impulso che il Concilio Vaticano II aveva dato agli ordini religiosi per il ritorno al carisma originario, P. Guglielmo intraprese un cammino di ricerca, intuendo che Francesco d’Assisi, se fosse vissuto ai nostri giorni, avrebbe fatto ciò che fece nel suo tempo…

Lampada della sua vita personale e religiosa

FEDE

Amava Dio al di sopra di tutto

CARITÀ VERSO DIO

Verso le persone sofferenti aveva un'attenzione squisita

CARITÀ VERSO IL PROSSIMO

L'ha testimoniata in modo eroico

POVERTÀ

Testimonianze

L'amore verso Dio lo incarnava nel suo amore verso il prossimo. Verso le persone sofferenti aveva un'attenzione squisita, verso gli ammalati manifestava tutto il suo eroismo e la devozione al Cristo sofferente, non esitando a mettersi in ginocchio accanto al loro letto. Non faceva distinzione nell'accogliere le persone, per i lontani aveva una predilezione.

Padre Paolo Berti

frate cappuccino, biografo di Padre Guglielmo
Vedeva nel prossimo l'amore di Dio espresso dalle qualità che ognuno possiede, nei sofferenti vedeva Cristo sofferente. Rispettava tutti chiedendo a tutti perdono perché non dava loro quello che il Signore aveva dato lui. Soffriva molto nel sapere che tanti non avevano dove posare il capo né sapevano come sfamarsi, per questo dormiva per terra e si asteneva dal mangiare pensando a questi fratelli poveri.

Padre Alessandro Piscaglia

frate cappuccino, superiore provinciale di Padre Guglielmo
RItengo che nella vita religiosa e nell'esercizio del suo ministero sacerdotale, ciò che gli fu di guida sia stato l'esercizio della carità. Amava Dio al di sopra di tutto e il prossimo per amore di Dio. Dio era il fine principale della sua esistenza.

Mons. Lino Garavaglia

frate cappuccino, vescovo di Cesena
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Padre Guglielmo. Carisma e mistero

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